C'è una sorta di rituale che favorisce il flusso di coscienza e che mi permette di parlare di vera e propria "ispirazione". Ormai tutto si ripete uguale a se stesso da anni...
Mi comporto come se dovessi andare a lavorare, ritardando l'orario della sveglia di appena un'ora rispetto al solito. Non rinuncio a colazione e caffè perchè non potrei mai "partire". E vado a sistemarmi in salotto, su di uno dei due divani in pelle color banana. Sempre lo stesso. Porto con me la penna, l'agenda, le sigarette e...aspetto.
Prima di incominciare non ho la più pallida idea di cosa scriverò. Solo la ferma convinzione che, al momento opportuno, la penna incomincerà a scivolare sui fogli dell'agenda che, uno dopo l'altro, si riempiranno di una scrittura larga, asimmetrica, disordinata. E la sensazione netta è quella di scrivere come sotto dettatura. E' una sorta di trance quella che vivo ogni volta. Ho bisogno di leggere per capire tutto quel che ho annotato perchè è come se i pensierei si accavallino nella fretta di voler venire fuori, mentre una penna guidata da una sorta di forza autonoma, scrive senza fermarsi mai e senza darmi l'opportunità di essere cosciente pienamente di quel che scrivo.
Mi comporto come se dovessi andare a lavorare, ritardando l'orario della sveglia di appena un'ora rispetto al solito. Non rinuncio a colazione e caffè perchè non potrei mai "partire". E vado a sistemarmi in salotto, su di uno dei due divani in pelle color banana. Sempre lo stesso. Porto con me la penna, l'agenda, le sigarette e...aspetto.
Prima di incominciare non ho la più pallida idea di cosa scriverò. Solo la ferma convinzione che, al momento opportuno, la penna incomincerà a scivolare sui fogli dell'agenda che, uno dopo l'altro, si riempiranno di una scrittura larga, asimmetrica, disordinata. E la sensazione netta è quella di scrivere come sotto dettatura. E' una sorta di trance quella che vivo ogni volta. Ho bisogno di leggere per capire tutto quel che ho annotato perchè è come se i pensierei si accavallino nella fretta di voler venire fuori, mentre una penna guidata da una sorta di forza autonoma, scrive senza fermarsi mai e senza darmi l'opportunità di essere cosciente pienamente di quel che scrivo.